negozio siamo rimasti in mutande“La tanto attesa ripresa, per i settori del commercio e del turismo, purtroppo non si è ancora materializzata – commenta Adriano Rapaioli responsabile di Confesercenti per l’Area di Massa Carrara e Lunigiana – anzi nel 2014 la crisi prolunga i suoi effetti ed anche nella provincia di Massa Carrara, come del resto su tutto il territorio nazionale,   prosegue implacabile l’emorragia di imprese nei due settori: nei primi otto mesi dell’anno le chiusure di attività sono state 217, a fronte di 149 aperture, con un saldo negativo  pari a 68 unità. Un bilancio, che è addirittura peggiore di quello registrato nei primi 8 mesi dell’anno nero 2013, durante il quale il saldo tra chiusure e aperture nel commercio e nel turismo era stato di 41 unità. E’ questo il dato principale che emerge dalle rilevazioni sui primi otto mesi del 2014 dell’Osservatorio Confesercenti su commercio al dettaglio e attività del turismo. A pesare è soprattutto il calo delle iscrizioni: nei primi otto mesi del 2014 le nuove aperture sono state 63 in meno rispetto all’anno precedente con un calo di circa il 30%. Un rallentamento – commenta Rapaioli – che è la vera novità di quest’anno: se un negozio o un pubblico esercizio in vendita, fino al 2013, erano un’occasione per un nuovo investitore, adesso sembra essersi diffusa una profonda sfiducia nelle possibilità offerte dai due settori.

Settori: bene solo il commercio su area pubblica

Nei primi otto mesi del 2014 il saldo tra aperture e chiusure di imprese è negativo in tutti i nostri comparti merceologici e per tutte le tipologie d’impresa prese in esame dall’Osservatorio Confesercenti, con l’eccezione del commercio su area pubblica,   che presenta un saldo positivo di 36 unità ed un incremento del 6,8% rispetto all’anno precedente, ma sappiamo bene che il risultato di questo comparto è influenzato dalle iscrizioni di cittadini extracomunitari.

Turismo: boom di chiusure per i ristoranti

Segnali estremamente negativi anche dal turismo: il settore alloggio e somministrazione, nel quale confluiscono hotel, ristoranti e bar, ha visto la cessazione di 46 imprese a fronte di 25 aperture e quindi con un saldo negativo di 21 imprese che si va ad aggiungere a quello già negativo raggiunto nel 2013. Il dato peggiore è quello dei ristoranti con 28 chiusure.

Commercio al dettaglio in sede fissa: crisi nera per negozi di abbigliamento e di calzature

Il peggior saldo negativo – conclude Rapaioli –  si registra nel commercio al dettaglio in sede fissa: il settore perde 144 imprese e ne guadagna 61, con un saldo finale in rosso di 83 unità. Anche in questo caso, si segnala un peggioramento rispetto allo stesso periodo 2013, quando sparirono 85 imprese.  Tra le categorie merceologiche prese in esame dall’Osservatorio Confesercenti, continua l’emorragia per il  settore dell’abbigliamento e delle calzature con ben 26 chiusure ed un saldo negativo di 15 imprese.”