castello massa 1In un recente soggiorno in val Badia, ho visitato il piccolo castello-museo di San Martin de Tor. Nella hall, posta a lato di un fornito gift-book-shop, al bancone, due gentili signorine mi hanno fornito una audioguida che mi ha accompagnato lungo un percorso costellato di pannelli e schermi video esplicativi. Nel tragitto, breve ma intenso, ho potuto conoscere la storia del castello, dei signori del castello, dei loro sudditi, della comunità Ladina e, con ricostruzioni ambientali, dei suoi usi e costumi. Inoltre, ben disposti, ho potuto ammirare una serie di reperti archeologici e geologici della zona, anche questi illustrati da video esplicativi e, infine, in una ultima sala, altri schermi video sono a disposizione di quei visitatori che hanno tempo e voglia di approfondire gli argomenti. Insomma, quando ne esci, se non tutto, molto sai dei Ladini e della loro storia e ti porti a casa un poco della loro cultura (ed io li ero andato proprio per quello). 8 euro ben spesi (il biglietto cumulativo era valido anche per l’ingresso in un altro museo).  All’uscita un moto irrefrenabile di rabbia. Il motivo ? Massa ha un castello che molti ci invidiano. Ma é mai possibile, mi chiedo, che in tanti anni non si sia stati capaci di dargli un’anima ? Si, perché il nostro è un castello senz’anima. Si è pensato di renderlo più agibile con l’estensione dell’orario di apertura, ad arricchirlo di un punto ristoro, a destinarlo a luogo per eventi e, ultimo, a sede espositiva permanente  di una collezione di sculture africane ( e questa ce la potevano anche risparmiare non foss’altro per rispetto ad Alberico). Ma non è così che si valorizza il castello, o almeno non solo così. Prioritario é dotarlo di quelle strutture capaci di esportare la nostra cultura. L’Archivio di Stato di Massa ha tale e tanto materiale da riprodurre e riempire decine di sale; i reperti archeologici non mancano, anzi ! Eppure……..la risposta classica, dietro la quale spesso ci si trincera, è sempre la stessa : non ci sono soldi. Io dico invece che ciò è vero solo in parte. Ogni anno vengono spese, in eventi effimeri, e qui non discuto se meritevoli o meno, decine e decine di migliaia di euro, molte delle quali elargite dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Occorre un cambio di marcia, una pausa, magari temporanea. Per un anno rinunciamo ad esempio ai fuochi, a un Caputo, a un balletto o ad una mostra anche se rilevante, e destiniamo le risorse a rendere il nostro castello una vera e propria eccellenza regionale, ma non solo, capace di attrarre turisti almeno quanto altri siti  decisamente meno importanti e capace soprattutto di esportare cultura, altrimenti, al rientro nella propria città, il turista cosa avrà da raccontare : una strimpellata di chitarra ?

Franco Frediani