Palazzo Ducale 4“Le nuove province rappresentano una vera e propria sfida per i comuni che dovranno gestire i problemi dei territori: non ci sarà un livello superiore ma saremo noi a dover dire la nostra sull’organizzazione territoriale dei servizi”. Ad affermarlo è Sabrina Sergio Gori, presidente ff di Anci Toscana, che ha preso parte oggi pomeriggio alla seconda sessione del convegno “I comuni protagonisti nell’innovazione del Paese”. Presente anche l’assessore regionale Vittorio Bugli. Manca ormai poco più di un mese all’elezione degli organi delle nuove Province.Il D.L. 90/2014 (art.23, comma 1, lettera a) ha spostato il termine per lo svolgimento delle elezioni per il Presidente della Provincia e per i Consigli provinciali dal 30 settembre al 12 ottobre 2014.
Nell’ipotesi di voto al 12 ottobre – ad oggi sembra essere questo l’orientamento prevalente per le nuove Province toscane- l’indizione dei comizi elettorali dovrà avvenire entro il 2 settembre 2014. Il corpo elettorale sarà composto dai Sindaci e da tutti i Consiglieri comunali dei comuni della Provincia. I Consigli delle Province toscane, i cui organi scadono per fine mandato nel 2014, avranno la seguente composizione: Arezzo 12 consiglieri, Grosseto 10, Livorno 12, Massa 10, Pisa 12, Pistoia 10, Prato 10, Siena 10.
Sia per l’elezione del Presidente che per il Consiglio provinciale ciascun elettore (Sindaco/Consigliere comunale) esprime un voto che viene ponderato sulla base di un indice, il c.d. “indice ponderato”, determinato in relazione alla popolazione complessiva della fascia demografica del Comune in cui si è Sindaci o Consiglieri. 
Ma come si fa davvero a rendere efficace l’operazione delle nuove Province? “Ritengo che i provvedimenti che il Governo ha approvato in queste ultime settimane mettano la barra dritta su una futura abolizione delle province in senso formale e sostanziale – afferma Maurizio Viligiardi, sindaco di San Giovanni Valdarno -. È una riforma che riguarda un assetto istituzionale del Paese e quindi necessita di tempi più lunghi di quelli che potevano essere previsti in un primo momento. Il nostro è un paese che ha bisogno di una riforma a livello istituzionale, abbiamo da ricostruire un assetto che guarda ai territori e alla loro omogeneità e mettere in campo una razionalizzazione rispetto ai livelli istituzionali che si sono creati nel frattempo. L’abolizione delle province è uno dei primi passaggi rispetto a questo tema”. I cittadini si aspettano che questa sia una vera riforma della Provincia e quindi non si limiti solo a un cambiamento del sistema elettorale – afferma Bruno Valentini, sindaco di Siena –. Secondo i cittadini le province costano troppo non si integrano con le attività dei comuni e forniscono servizi di cui non si capisce bene l’utilità. Il tema è quindi come le province diventano strutture a disposizione dei comuni per fare le politiche di area che in questo caso sono aree molto grandi. Il punto è come attraverso questa legge che segna un cambio di passo noi cambiamo il funzionamento delle province e le mettiamo a disposizione di un sistema di governo più ampio”. A porre l’accento sulla questione delle risorse delle nuove Province è il sindaco di Massa Alessandro Volpi: “Il 12 ottobre abbiamo una scadenza decisiva ma non so con quanta consapevolezza si arriva a questo punto. Eppure su questo i cittadini ci giudicheranno. Se non ci sono risorse, il rischio è che a risponderne sia la natura stessa della riforma”.”Ci troviamo di fronte ad un passaggio epocale – conclude il sindaco di Prato Matteo Biffoni Ci troviamo però a non sapere esattamente quali saranno i compiti effettivi e le risorse umane su cui contare per gestire passaggi complicati. Per questo i tempi devono essere contingentati per arrivare a una definizione effettiva degli incarichi e delle risorse anche perchè la responsabilità politica e amministrativa dei sindaci risulta estremamente accentuata”.