Venerdì scorso qualcosa è successo nel nostro territorio; qualcosa che, al di là delle inutili e scontate polemiche, ci fa ben sperare per il futuro e per la ripresa. Non voglio perdere tempo a commentare gli articoli riportati dalle cronache locali, anche se non posso fare a meno di notare che erano solo di critica, perché credo che non sia stato assolutamente capito il senso dell’evento: non una festa riservata ai “vip” locali, ma un momento fondamentale di business e marketing per un’impresa che produce yacht e che deve presentarli in una adeguata cornice agli armatori, alle riviste specializzate e agli addetti ai lavori.
Ho partecipato ad una “festa” – come mi piace chiamarla – dedicata al saper fare, al bello, all’ingegno, alle capacità tecniche e imprenditoriali. Si, questo è quello che ho visto quando, in un ambiente completamente trasformato e riqualificato, ho assistito alla parata delle ultime barche (5 yacht e 1 barca a vela) realizzate da NCA. Quello che invece ho pensato è che adesso è il momento di correre, di darci tutti da fare per consolidare questa realtà che va a collocarsi accanto ai pilastri della nostra economia (lapideo, meccanica, ecc.) e che ha tutte le potenzialità per diventare, insieme alle altre realtà del comparto della nautica che si stanno consolidando, un polo di eccellenza per la cantieristica e la nautica da diporto.
Nella notte nella quale transitava al largo lo sprettrale relitto della Costa Concordia, abbiamo anche noi avuto il nostro piccolo miracolo, abbiamo visto realizzarsi quello che un po’ tutti, fino allo scorso anno, credevamo un progetto impossibile: la rinascita di NCA.
Non possiamo non cogliere questa opportunità per risollevare la nostra economia. La nostra crescita deve basarsi su realtà come queste che integrano il know how del territorio con capacità e esperienze diverse. Non nascondiamoci il fatto che se questa crescita si concretizzerà ci rafforzeremo e da appendice per le lavorazioni meno nobili della nautica potremo diventare luogo dell’eccellenza, dell’innovazione e della competitività.
Possiamo contare su esclusive potenzialità: un porto al centro del sistema portuale dell’alto tirreno con alle spalle una piattaforma logistica che ha i suoi punti di forza nel collegamento diretto porto-ferrovia, nelle grandi strade di accesso al mare e nei raccordi con la rete autostradale.
Dobbiamo affrontare in modo nuovo i problemi, essere disposti al cambiamento, non arroccarci su posizioni che non giovano a nessuno e soprattutto ai nostri giovani. Qualcosa sta accadendo, ci sono imprenditori che guardano al territorio come un bacino dove realizzare i loro progetti imprenditoriali. La presenza di nuovi gruppi ci permetterà di crescere, di attirare nuove realtà, di trasformare quelle in sofferenza in qualcosa di funzionale allo sviluppo, di formare nuove generazioni di tecnici, ingegneri, interior designer, operai specializzati, saldatori, carpentieri, falegnami, ecc. che finalmente potranno travare sbocchi occupazionali nel territorio.
La risorsa umana è al centro di questo progetto, nessuno sarà “rottamato”, ci sarà spazio per chi avrà voglia e disponibilità per riqualificarsi e rientrare nel ciclo produttivo.
GIUSEPPE BACCIOLI