studio professionaleIn Italia, Veterinari, avvocati, sociologi, giornalisti, medici, dottori commercialisti e biologi sono le professioni stanno risentendo maggiormente della crisi con un calo del fatturato del 49% nei primi 9 mesi del 2013 e con la chiusura del 31% degli studi professionali.
La crisi degli studi professionali in Italia è particolarmente significativa se messa a confronto con quella europea. L’indagine presentata oggi a Napoli – realizzata dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it Magazine dell’Associazione Contribuenti Italiani – mette in evidenza che nei primi 9 mesi del 2013, in tutti i principali paesi europei, si registra una ripresa: in Francia, + 2,4% del fatturato, +2,0% in Inghilterra, + 1,9% in Germania, + 1,7% in Irlanda, + 1,6% in Olanda e + 1,4% in Svezia.
In Italia, invece, le professioni che fanno da trainano e supporto all’economia sono in forte difficoltà. Secondo l’indagine di KRLS Network of Business Ethics, che ha preso in esame alcuni indicatori economici dei primi 9 mesi del 2013 ed incrociato i dati del fatturato, delle prenotazioni, dell’occupazione e delle prestazioni professionali, nel bel Paese la situazione è davvero preoccupante.
Il settore giuridico-economico (avvocati e dottori commercialisti) è uno dei comparti più colpiti dalla crisi. Nei primi 9 mesi del 2013, il fatturato globale è diminuito del 52% rispetto al periodo precedente, segnando un -45% nelle prenotazioni, un -28% nell’occupazione ed un -61% nelle prestazioni professionali.
Il settore medico (veterinari, medici e biologi), altro comparto di punta nelle professioni, presenta anch’esso tutti gli indicatori negativi: il fatturato globale, nei primi 9 mesi del 2013, ha segnato un -46% rispetto all’anno precedente, il – 48% nelle prenotazioni, il -29% nell’occupazione ed il – 55% nelle prestazioni professionali.
Male anche il settore della comunicazione (sociologi e giornalisti). Del 43% la contrazione del fatturato, dell’ 31% le prenotazioni, del 38% l’occupazione e del 54% le forniture professionali.
“Di fronte alla chiusura del 31% degli studi professionali, costituiti prevalentemente da piccoli studi ed al crollo del fatturato” – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – ”è impostante che il governo intervenga sostenendo il comparto delle professioni, prevedendo per i professionisti misure straordinarie, come il pagamento immediato delle parcelle da parte della pubblica amministrazione, il credito d’imposta sugli acquisti e il bonus occupazione per chi forma giovani praticanti professionisti”.