“Piuttosto che far dimagrire la struttura, la Regione preferisce scaricare i costi dei servizi sui cittadini”. Questo il commento del consigliere Dario Locci (Gruppo Misto), in seguito alla bocciatura in Aula di due ordini del giorno collegati alla riorganizzazione del sistema sanitario toscano, che miravano a snellire la “macchina”.
Gli ordini del giorno, presentati da Locci insieme alla collega di gruppo Marina Staccioli, miravano alla chiusura delle Società della Salute e alla fusione delle tre Estav in una sola. “Solo gli stipendi dei direttori generali delle Sds – spiega Locci – ci costano oltre 2,5 milioni l’anno. Nell’arco di 8 anni, dall’avvio della fase sperimentale ad oggi, questi organismi hanno beneficiato di quasi 30 milioni di finanziamenti pubblici”.
“Eppure – prosegue – nonostante gli stessi esponenti della maggioranza si siano espressi a favore della chiusura plurime volte, i carrozzoni restano in piedi”.
Stesso discorso vale per gli Estav, gli enti che gestiscono la parte amministrativa-economica delle Asl toscane. “Il Consiglio regionale si è già espresso per la riduzione ad un solo ente – sottolinea Locci – più di un anno e mezzo fa. Ma manca la volontà politica della Giunta”.
“Altra sovrastruttura, altri costi – aggiungono Locci e Staccioli – che continuano a lievitare. Basti pensare che solo l’Estav Nord-Ovest nel 2011 ha speso per il personale complessivamente 15,6 milioni di euro, 2,6 milioni in più rispetto all’anno precedente. In totale i dipendenti delle tre Estav ci costano oltre 41 milioni l’anno”.
“Costi che non possono essere azzerati – concludono – ma sicuramente potrebbero essere ridotti per attenuare le misure restrittive messe in atto sull’intero sistema dei servizi sanitari, se solo ci fosse la volontà politica di farlo”.