La ricostruzione sia una chance, non la solita beffa per le imprese del territorio. In ballo ci sono 24 milioni di euro messi a disposizione del territorio per ripristinare la viabilità, ricostruire gli argini, i ponti e per mettere in sicurezza le zone più esposte al rischio di esondazione, ma di queste risorse necessarie per rigenerare la provincia apuana, le imprese locali potrebbero vedere benpoco. Le “regole” del gioco, quelle degli appalti previste dalle modalità di affidamento della Regione Toscana, rischiano infatti di escluderle, o di escluderne una buona parte.
A palesare più di una perplessità è Cna (info su www.cna-ms.it) da sempre molto attenta a questo delicato tema, non appena avuta notizia dell’ufficialità del decreto del Presidente della Regionale e soprattutto delle modalità di affidamento dei lavori pubblici che di fatto disciplinano gli appalti per la ricostruzione: “Individuare i motivi per cui il nostro territorio si stia rivelando sempre più fragile non è compito nostro – preannuncia Manuela Paladini, Coordinatore Provinciale del settore costruzioni di Cna – e invece compito nostro fare si che le imprese presenti sul nostro territorio non subiscano, oltre al danno, anche la beffa”. A preoccupare la principale associazioni degli artigiani sono le procedure di imposte dalla Regione perl’affidamento dei lavori a partire dal metodo della procedura negoziata: “se è chiaro – spiega la Paladini – che non sia possibile derogare sulla qualificazione delle imprese per l’affidamento dei lavori, e mi riferisco all’attestazioni SOA, non comprendiamo come sia possibile chiedere di estendere la procedura negoziata ad oltre 10 operatori economici per importi inferiori a 1milione di euro quando la normativa fissa in almeno 10 operatori per lavori di importo pari o superiore a 500mila euro euro oppure a 5 operatori per lavori inferiori a 500mila euro i soggetti da invitare a presentare un’offerta. In questo modo il rischio, se l’intenzione era di evitarlo, è quello del massimo ribasso incontrollato ed anomalo. Un rischio molto elevato – ammette la Paladini – Con questo sistema non solo si amplia il numero di impreseconcorrenti ma si va a rallentare tutte le procedure di assegnazione quando c’è bisogno di snellezza. Modalità da rivedere”.
Cna è convinta chequesta non sia la strada giusta da proseguire: “Crediamo sia utile che la Provincia di Massa Carrara diventi promotrice di un confronto con gli enti coinvolti nella ricostruzione e con le associazioni di categoria che rappresentano tutti quei soggetti che direttamente o indirettamente sarannocoinvolti in questa fase post-alluvione”. E ancora: “In un momento economico così difficile e problematico come quello attuale chiediamo a gran voce un atto di forte responsabilità agli amministratori pubblici del territorio chiamati a gestire le stazioni appaltanti, e ai loro uffici tecnici per fare in modo che questa sciagura sia lo strumento per far “passare la notte” a tante imprese del territorio che pagano sulla loro stessa pelle la forte crisi economica che ha colpito tutto il paese e le conseguenze di queste alluvioni”.