Domani mattina, alle ore 10, appuntamento con il primo cittadino di Massa, Roberto Pucci, per parlare direttamente con il Sindaco in persona. Una delegazione di 4, massimo 5 persone, a nome di tutti quelli colpiti dall’alluvione, per avere in presa diretta un altro confronto, il terzo da vicino, in meno di una settimana, con una richiesta urgente e specifica: chiedere l’immediata pulizia di tutti i fossi ed i torrenti del comune di Massa da detriti e tronchi, che, non solo ostruiscono il deflusso delle acque, ma che potrebbero creare problemi ancora ben più grandi di quelli dell’alluvione di due domeniche fa. E’ questo, per adesso, il primo parziale intendimento uscito, dalle oltre due ore di incontro fiume, organizzato da Stefano Carloni e svoltosi oggi pomeriggio all’agriturismo Nonno Cecco, a Castagnara, dal neonato Comitato alluvionati di Massa,che oggi si è formalmente costituito e al quale hanno partecipato circa un centinaio di persone, in rappresentanza di tutte le famiglie colpite dall’immane pioggia dell’11 di novembre. Delegazioni di cittadini della costa, della montagna e di tutte le zone della periferia di Massa, Romagnano, San Lorenzo, Vis Pratta, via del Melaro e le altre limitrofe. Circa 500 le persone aderenti al comitato, ma un migliaio i totali, contando le famiglie e chi non ha potuto partecipare. Nato su face book, spontaneamente, sull’onda emotiva del disastro naturale, il comitato si è costituito per dare una voce organica ed unitaria a tutti i danneggiati dall’alluvione. Diversi sono stati gli argomenti trattati e messi in lista. Incontro con il sindaco, il primo passo del comitato, per chiedere l’immediata pulizia dei fiumi da detriti e tronchi, lasciati abbandonati; punto secondo: esenzione dall’Imu, dalla tarsu e dalla tassa di bonifica per almeno un anno; punto terzo, richiesta di una super rottamazione per automobili, elettrodomestici e altri beni materiali persi nella pioggia. Prevista poi, forse per sabato, una manifestazione in pieno centro cittadino, con la partecipazione delle scuole, in cui, secondo voci non ancora confermate, sono in programma atti simbolici di protesta contro la pubblica amministrazione. In cantiere anche una class action, una richiesta di risarcimento danni collettiva, da destinare alla procura della repubblica, per gli ingenti danni subiti dall’alluvione, magari anche tramite la Codacons. Su quest’ultimo punto, tuttavia c’è ancora da trovare piena sintonia e da leggere attentamente le carte del caso. E’ stato un incontro fiume, concitato ed animato dalla rabbia di chi ha perso tutto, di chi non ha più una casa, di chi ha gettato al vento anni di ricordi e di sacrifici. Un momento di confronto forte, che ha raccolto le testimonianze di tante persone come quella di Marco Gozzani, tre alluvioni in 9 anni e due case distrutte, e 116.000 euro di danni, di Stefano Rossi, della Partaccia, che rammenta le tre denunce presentante in poco tempo e prontamente archiviate dagli uffici del gip, senza nemmeno la nomina di un tecnico d’ufficio. Anche chi, come Sergio Berti che punta ancora il dito sul fatto che nessuno dei soccorsi si sia visto e sulla mancanza di un centro di coordinamento generale. Altro che protezione civile all’avanguardia, l’amaro sfogo. La rabbia e la delusione sono tante. Siamo solo all’inizio, perché ciò che è accaduto non si deve più ripetere.