Deve nascere nuova mentalità, nelle aree a fortissima criticità occorre trovare soluzioni alternative alla semplice prevenzione. Come spostare altrove interi quartieri a rischio. E’ il messaggio che arriva dall’Ordine dei Geologi della Toscana mentre dalla zona di Massa Carrara e Pisa si susseguono notizie nuovi disastri, nuovi smottamenti e frane a un anno esatto da quanto accaduto l’ultima volta. «E’ necessario un cambiamento di filosofia», commenta la presidente dei Geologi toscani, Maria Teresa Fagioli.

Demolire e ricostruire. «Ci sono zone che non possono più essere messe in sicurezza. Il tentare di farlo costa caro e sposta solo il problema ad altre aree. Ecco che ci vuole il coraggio di riconoscere che molte delle scelte urbanistiche del dopoguerra non sono più sostenibili e che il nostro territorio ha bisogno di manutenzione continua se no ci salta addosso e ci fa male». La soluzione è quella di spostare gli edifici dalle zone ad elevato rischio e ricostruirli altrove. «Per gli insediamenti idro-geologicamente insostenibili è necessario avviare un processo economico che ne consenta la ri-localizzazione: un nuovo piano Marshall che ponga fine al tormentone pioggia-disastro-cordoglio-oblio. Una ricostruzione del paese in termini di sostenibilità idrogeologica- idrogeotecnica e sismica può essere l’occasione che manca per far ripartire un’economia, migliore di tante opere tanto faraoniche quanto inutili».

Quando il rischio non è più sostenibile Un cambio di passo non più rimandabile anche per Francesco Ceccarelli, geologo consigliere dell’Ordine Toscano, coordinatore della Commissione Protezione Civile dell’Ordine Regionale. «Purtroppo i fatti sono sempre gli stessi. Negli articoli di giornali si potrebbe copiare esattamente quanto scritto lo scorso anno. Per questo dobbiamo andare oltre con le scelte di prevenzione e di sicurezza». Alla base del ragionamento c’è il fatto che le zone a rischio sono tutte quante note, devono allora essere prese misure drastiche. Se le abitazioni sono costruite in aree a elevata pericolosità, vanno abbattute e ricostruite altrove. «La prevenzione limita il danno, ma non lo elimina. Dobbiamo domandarci che fare su quelle aree a fortissima criticità per le quali occorrono misure drastiche a garanzia dell’incolumità dei cittadini. Dobbiamo spostare la gente in zone sicure altrimenti non se ne esce più. Come a Aulla con il quartiere Matteotti che si pensa si ricostruirlo altrove».

Pioggia torrenziale. Anche stavolta alla base del nuovo disastro di Massa Carrara c’è il fortissimo temporale, un diluvio di acqua durato quattro ore durante il quale sono piovuti 230 millimetri di pioggia. «Di acqua ne è venuta giù tanta», continua Ceccarelli. «Si sono avuti allagamenti perché i reticoli idraulici, le fognature, non hanno funzionato. Ma simili situazioni sono sempre più frequenti, le zone ad alto rischio sappiamo quali sono, ecco che dobbiamo attuare il cambio di marcia. Dobbiamo decidere quando il rischio è accettabile». «Voler mettere in sicurezza tutto il territorio è impossibile — spiega ancora Ceccarelli — vuoi perché mancano risorse economiche per farlo, vuoi perché è utopistico pensare di arginare la natura. Al massimo si può gestire.»

Informazione e presa di coscienza da parte dei cittadini. Ultimo, ma non per importanza, l’aspetto relativo alla comunicazione. «Nella notte – spiega Ceccarelli – il sindaco di Carrara ha invitato i cittadini a non lasciare le abitazioni e a spostarsi ai piani più alti degli edifici. Ma questo non è sufficiente, non può raggiungere e avvisare tutti. I cittadini devono essere resi partecipi del pericolo, devono essere informati prima. E i piani della protezione civile devono essere consultabili e consultati da tutti, deve essere permeata la società di un nuovo senso civico». Elemento, questo, fondamentale anche la presidente Maria Teresa Fagioli. «A Pisa, mamma e bimbo di pochi mesi sono stati salvati dalla polizia appena in tempo prima che l’acqua entrasse nell’abitacolo dell’auto rimasta intrappolata in un sottopasso allagato. L’episodio è avvenuto stamani alle 8,30 proprio mentre sulla città si stava abbattendo un violento temporale. Bisogna che alla gente venga insegnato che quando piove forte prima di entrare in un sottopasso bisogna controllare che non sia allagato. Occorre informare e coinvolgere tutti i cittadini nelle misure da adottare in caso di calamità».