L’accorpamento delle province di Massa Carrara con la Liguria non solo avrebbe una forte motivazione nel risparmio dei costi, ma anche effetti positivi per il rilancio dell’economia dei territori. «Non è più una cotesa territoriale tra Gran Ducale e Repubblica o tra le ancor più lontane repubbliche marinare di Pisa e Genova – spiega Maurizio Viaggi, segretario regionale del Psi ligure -, ma la scelta di uno sviluppo economico e sociale di territori con interessi ed opportunità comuni che se unito può dare migliori risposte». Che decidano quindi i cittadini, con un referendum, che se passa la mozione presentata dal consigliere pdl Nicola Baruffi in consiglio provinciale a Massa, verrà indetto proprio il 15 novembre per chiedere agli abitanti di Massa a quale regione vogliono appartenere.
«Sono assolutamente favorevole al referendum per l’annessione della Provincia di Massa Carrara alla Liguria – conferma il capogruppo in consiglio regionale di «Più Toscana, Antonio Gambetta Vianna -. I tempi dei
campanilismi sono finiti: bisogna riorganizzare gli enti locali per lo sviluppo delle varie zone e certamente la maxiprovincia dalla Lunigiana all’Isola d’Elba non è la soluzione migliore per il territorio provinciale di Massa Carrara». L’accorpamento di Massa Carrara alla Liguria « è l’unico che può prevedere dei forti risparmi nei costi della politica, con la Toscana che si deve fondere con l’Umbria». «Spero che il Pd permetta ai cittadini di Massa Carrara e della Lunigiana di potersi esprimere attraverso un referendum».