Prevedere i terremoti, per ora, è fantascienza. Tuttavia, sulla base della conoscenza delle faglie e delle scosse che si sono succedute dal 20 maggio in poi in Emilia, è possibile che ulteriori eventi possano accadere tra Finale e Ferrara, con terremoti di entità paragonabile ai maggiori registrati nella sequenza di queste settimane. E’ il parere della Commissione Grandi rischi. Sulla base di questi orientamenti, ha detto il premier Mario Monti, “abbiamo predisposto una intensificazione di tutte le attività di prevenzione”.
RISCHI TRA FINALE E FERRARA – Tra Finale Emilia e Mirandola, che nei giorni scorsi hanno avuto gli eventi più rilevanti, scrive la Grandi rischi, “le scosse di assestamento stanno decrescendo in numero e dimensione”. Dunque, nel caso di una ripresa dell’attività sismica nell’area già interessata dalla sequenza in corso, “é significativa la probabilità che si attivi il segmento compreso tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili ai maggiori registrati nella sequenza”. Inoltre, prosegue la commissione, “non si può escludere l’eventualità che, pur con minore probabilità, l’attività sismica di estenda in aree limitrofe a quella già attivata sino ad ora”. L’organismo, ha commentato Gabrielli, “ha fatto un’analisi complessiva su tre segmenti della faglia. Due si sono spezzati, il terzo no. Dunque ritiene probabile che si possa spezzare anche il terzo. Ma – ha puntualizzato – è una situazione assolutamente imprevedibile e che può verificarsi in tutte le altre zone sismiche d’Italia”. Il governatore Errani, da parte sua, ha invitato a “leggere bene il comunicato della commissione: l’ipotesi dell’allargamento della faglia non si può prevedere, è un dato statistico”.
SUOLO SOLLEVATO FINO A 12 CENTIMETRI – Il terremoto nel modenese del 29 maggio ha sollevato il suolo fino a 12 centimetri: lo dimostrano i dati dei satelliti radar Cosmo-SkyMed, dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), attivati dopo il sisma del 20 maggio su richiesta della Protezione Civile. I dati sono stati utilizzati da Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Irea-Cnr).
Gli stessi dati rilevati nel modenese indicano inoltre che in alcune zone, in particolare nell’area di Finale Emilia il suolo si è abbassato fino a 3 centimetri, che la deformazione del suolo è orientata prevalentemente da Est verso Ovest e che la faglia che ha causato il terremoto del 29 maggio si colloca nella continuazione verso Ovest di quella del terremoto del 20 maggio. Si completa così il quadro delle deformazioni permanenti provocate dai due terremoti avvenuti in maggio in Emilia, ha osservato il direttore della missione Cosmo-SkyMed dell’Asi, Alessandro Coletta. Le misure relative al sollevamento del suolo nel modenese si affiancano infatti a quelle analoghe fatte dopo il terremoto del 20 maggio nel ferrarese, quando era stato rilevato un sollevamento del suolo fino a 15 centimetri.