Sui piccoli comuni incombe il pericolo dell’estensione – dal 2013 – dei vincoli del Patto di stabilità. Una prospettiva pesantissima e una palese contraddizione: da tempo, infatti, i comuni al di sopra dei 5 mila abitanti, cioè quelli sottoposti al Patto di stabilità, ne denunciano le dure conseguenze e chiedono, attraverso l’ANCI, quantomeno una revisione e un allentamento di vincoli che impediscono paradossalmente di spendere risorse soprattutto per le opere pubbliche.
Il Patto di stabilità, le forti difficoltà nella predisposizione dei bilanci di previsione 2012, le incertezze e la poca chiarezza legate all’Imu e la fase costituente in Toscana delle Unioni dei comuni, saranno al centro della VII Assemblea dei sindaci dei piccoli comuni toscani in programma lunedì 11 giugno a Firenze, (alle ore 10 presso il Saloncino delle Murate in via dell’Agnolo) e alla quale parteciperà Mauro Guerra, coordinatore nazionale dei piccoli comuni dell’ANCI.
Dalla riunione usciranno indicazioni e proposte operative sia in vista della XII Conferenza nazionale Piccoli comuni e della VII Conferenza nazionale Unioni dei comuni, in programma ad Arona (NO) il 6 e 7 luglio, sia per rilanciare il confronto con la Regione Toscana, in particolare per quanto riguarda le prospettive delle Unioni dei comuni montani e la nascita di nuove Unioni.
“I comuni con minore popolazione rappresentano ancora una grande risorsa e l’unico presidio che eroga servizi sul territorio e costituisce un punto di riferimento fondamentale per i cittadini”, sostiene Pierandrea Vanni, coordinatore della Consulta regionale dei piccoli comuni dell’Anci Toscana e sindaco di Sorano (GR). “Partendo da qui e garantendo questo presidio, anche se in forme nuove, si possono costruire, attraverso le Unioni, gestioni associate di servizi e di funzioni. Ma non lo si fa, certo – continua – imponendo ulteriori, pesanti vincoli e rimettendo continuamente in discussione il diritto dei cittadini ad avere i loro sindaci, i loro assessori e i loro consiglieri comunali. Ad oggi continuiamo ad avere un Parlamento pletorico mentre i consigli comunali dei piccoli e medi comuni, rinnovati poche settimane fa, sono stati drasticamente ridotti in nome di un risparmio poco più che simbolico e di un colpo alla rappresentatività vera dei cittadini. Se qualcuno se lo è dimenticato – sostiene infine Vanni – sarà bene ricordare che sindaci e consiglieri sono eletti e non nominati come i parlamentari”.