La promessa del governatore Rossi di acquistare le aree ex Eaton svanisce con la relazione della Banca d’Italia su Fidi Toscana, la società controllata dalla regione e dal Monte dei Paschi di Siena che, nelle intenzioni di Rossi, avrebbe dovuto acquistare l’area.

Tutte le perplessità sollevate dal gruppo UDC sul ruolo e sulla funzione di Fidi Toscana sono state confermate nella relazione degli ispettori della Banca d’Italia.

Il giudizio è stato molto duro, rilevando il conflitto di interessi tra il ruolo di azienda partecipante e soggetto garante, l’eccessiva dipendenza dalla politica regionale, lo scarso controllo da parte del collegio sindacale, una contabilizzazione che non sembra distinguere pienamente i mezzi  propri dai fondi affidati dalla Regione, e infine il ruolo monopolizzante del Monte dei Paschi di Siena (altro soggetto politico) nella società.

Insomma, uno strumento con un ambito di azione volutamente ampio ma ambiguo  che è stato utilizzato per “salvare” le aziende indicate dalla politica, anche quando dietro il finanziamento erogato o all’acquisto diretto di quote societarie, non vi era un progetto economicamente valido.

I limiti di un’azienda come Fidi Toscana sono gli stessi che l’azione della politica deve porsi di fronte ad un intervento diretto nell’economia. Quando si interviene direttamente in questo modo, se non si sprecano i soldi, si compie certamente una discriminazione.

La questione fondamentale è:  in un contesto in cui le azienda da aiutare o da salvare sono migliaia e le risorse scarse, quale può essere il criterio nella scelta che non porti con se una inevitabile discriminazione? Quasi sempre tra l’altro, questo tipo di aiuti finiscono ad aziende medio-grandi, dove i lavoratori godono di tutele più strutturate, mentre le piccole aziende vengono quasi sempre dimenticate, anche perché poco appetibili elettoralmente e trascurate dai sindacati.

Nonostante la relazione della Banca d’Italia, il Presidente Rossi ha ribattuto che interverrà sull’azienda ma che non rinuncerà a “mettere le mani nell’economia”

È questo il dramma: nonostante siano sotto gli occhi di tutti i tagli ai servizi pubblici per mancanza di risorse, dalla sanità ai trasporti, nonostante le aziende affondino sotto il peso della tassazione e della burocrazia, invece di concentrare le risorse sulle funzioni caratteristiche ed esclusive della regione ancora c’è chi pensa che costruire un’IRI regionale sia il modo adeguato per la crescita economica.

Noi, al contrario, siamo favorevoli ad una azienda regionale di consulenza, una task force al servizio delle imprese toscane che sappia indirizzare le aziende verso i finanziamenti europei, districarsi nella burocrazia, offrire opportunità e formazione. Saremo sempre contrari ad una nuova IRI e ad una concezione statalista dell’economia.

Per il Gruppo Consiliare UDC (Andrea Giusti – Agostino Incoronato – Loredana Silicani)

Il Capogruppo Andrea Giusti