Intanto la procura – l’inchiesta è guidata dal procuratore Aldo Giubilaro e dal sostituto Alberto Dello Iacono – annuncia che l’indagine non è finita e c’è una seconda fase che prevede ulteriori accertamenti e che riguarda anche persone esterne alla Asl. “Qualcuno – dice Giubilaro – in questi mesi ci ha accusato di perdere tempo. In realtà è stato un lavoro lungo e complesso che ha richiesto consulenze e un meticoloso lavoro da parte della Guardia di Finanza. Noi comunque le richieste di custodia cautelare le avevamo presentate a gennaio ma siccome si trattava di un fascicolo composto da otto faldoni il giudice per le indagini preliminari, che nel frattempo aveva anche altre cose da fare, ha dovuto visionarli tutti prima di poter decidere”.
L’INCHIESTA SULL’ASL
Un primo filone dell’inchiesta riguardò l’ipotesi di peculato per centinaia di assegni che uscivano dall’azienda pubblica e con i quali venivano acquistati gioielli, orologi preziosi, cani di razza, auto e abbonamenti per lo stadio. Ed è proprio questo a essere in una fase avanzata. Più indietro invece l’altra tranche che riguardava la truffa. I tre indagati dovranno rispondere, a breve, anche su una serie di documenti trovati dalla guardia di finanza e ritenuti contraffatti da chi conduce le indagini. Pezze d’appoggio, come si dice in gergo, per certificare spese in realtà mai avvenute, oppure che non dovevano essere fatte. E che hanno contribuito a creare la voragine.