Il trentenne era uscito dal carcere di recente. Nonostante la promessa fatta a parenti e amici di rigare dritto, appena libero ha ricominciato tempestare di telefonate e a inseguire la sua ex compagna, che lo aveva lasciato proprio per il suo atteggiamento violento. Lunedì il figlio, tossicodipendente e con problemi di salute cronici dovuto all’alcolismo, ha chiamato il padre. Una telefonata piena di minacce. Il genitore gli ha buttato giù la cornetta e questo probabilmente ha fatto scattare ancora di più l’ira del ragazzo. È salito in auto e ha raggiunto il circolo dove lavorava il padre, lo ha cercato ma non lo ha trovato. Così si è accanito contro una finestra, mandandola in frantumi, i tavolini e le sedie. Ha distrutto tutto quello che trovava a portata di mano. Poi è arrivato il padre e lui allora ha sfoderato il coltello lungo 35 centim,etri. Un paio di persone hanno cercato di dare una mano al genitore. Il cinquantenne con una mossa repentina è riuscito a disarmare il figlio.Nel frattempo è arrivata la volante di polizia. Il trentenne, per nulla intimoriuto dalle divise, invece di arrendersi ha minacciato di morte gli agenti. Poi ha tentato di fuggire al controllo. Ma non c’è riuscito ed è stato ammanettato. l’arresto è stato convalidato e proprio per la pericolosità del suo gesto è stata disposta la misura cautelare più dura: il carcere. I reati contestati al pregiudicato sono violazione di domicilio aggravata, porto ingiustificato di oggetti atti a offendere, violenza, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, minacce aggravate e danneggiamento aggravato.
Ha devastato un circolo privato, ha minacciato diverse persone con un coltello lungo 35 centimetri, poi se l’è presa con due agenti della volante che era intervenuta per fermarlo. Tutto perché covava del rancore nei confronti del padre. L’uomo, un trentenne, è stato arrestato e portato in carcere e nei prossimi giorni verrà processato per direttissima. Il genitore, un cinquantenne massese conosciuto e stimato in città, suo malgrado è stato costretto a denunciare il figlio.