Era stato sfrattato una decina di giorni fa dalla padrona di casa e aveva trovato ospitalità nell’appartamento di un signore di Casette che lo conosceva per averlo avuto alle sue dipendenze per un lavoretto edile. Mohammed El Aroui, 49 anni, aveva promesso che se ne sarebbe andato appena scovava un’altra sistemazione. Non ne ha avuto il tempo, perché lo hanno trovato senza vita il giorno di Pasqua. Lo ha scoperto il proprietario dell’alloggio dove era ospite. L’anziano era andato a vedere se stava bene, visto che era quasi mezzogiorno e lui non si era ancora fatto sentire. I due si erano messi d’accordo per passare la festività insieme.

Il padrone di casa ha chiamato i carabinieri e i militari, coordinati dal sostituto procuratore Rossella Soffio, hanno effettuato i rilievi nella stanza. Anche perché all’inizio c’era qualcosa che non quadrava in quel decesso. Troppo giovane quel marocchino per morire nel sonno senza un motivo. Invece è bastato poco per capire che le cause di quella morte erano naturali, «un’insufficienza cardiocircolatoria acuta», come ha stabilito il medico legale Maurizio Ratti. Non lo ha fatto su incarico della procura – perché non è mai stata aperta un’inchiesta in questo senso, tanto era lampante che non c’erano lesioni -, ma come dirigente ospedaliero che ha firmato i fogli per consegnare la salma al fratello sceso a Massa da Firenze per riportare il congiunto in Marocco.