L’anno scorso la protesta degli immigrati raggirati, che per quasi un mese ‘occuparono’ anche il sagrato del Duomo di Massa, ora le richieste di rinvio a giudizio. Si è conclusa l’inchiesta, condotta da squadra mobile e nucleo ispettivo del lavoro dei carabinieri di Massa Carrara, avviata nel 2010 sulla presunta truffa a 130 stranieri ai quali un’agenzia interinale avrebbe venduto false pratiche di regolarizzazione.

Le persone indagate per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa ed estorsione sono 19, e per tutte il pm Rossella Soffio ha chiesto il rinvio a giudizio. Tra gli indagati figurano i tre soci dell’agenzia, che aveva sede a Carrara, un extracomunitario che procacciava clandestini da regolarizzare e 15 italiani della provincia di Massa Carrara che si fingevano datori di lavoro pronti ad assumere, in cambio di soldi, come colf e badanti anche più di uno straniero. Secondo quanto emerso dalle indagini una richiesta di regolarizzazione poteva arrivare a costare per il clandestino fino a 6000 euro.

“Sono molto soddisfatto di come sono state svolte le indagini e dell’inchiesta aperta dalla Procura di Massa Carrara, che mira ad eliminare qualsiasi forma di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. E’ il commento del procuratore di Massa Carrara Aldo Giublaro questa mattina a margine della conferenza stampa in cui sono stati forniti i dettagli dell’indagine sulla presunta truffa a 130 cittadini extracomunitari. Secondo quanto spiegato dal procuratore il pm titolare dell’inchiesta avrebbe chiesto il rinvio a giudizio per tutti i 19 indagati, tre soci di una agenzia interinale che vendeva richieste di regolarizzazione, un cittadino extracomunitario che procacciava clandestini da regolarizzare e 15 cittadini della provincia d Massa Carrara che avrebbero fatto da presta nome fingendosi datori di lavoro interessati all’assunzione di colf e badanti.

“Al momento – ha specificato il dirigente della squadra mobile di Massa Antonio Dulvi Corcione – ci sarebbero tra Massa e Spezia circa 130 extracomunitari di fatto clandestini che rischiano l’espulsione dal territorio nazionale. Difficile quindi che decidano di costituirsi parte civile nel processo”.