Un altro incendio, a questo punto con ogni probabilità doloso, ha ulteriormente devastato, nella notte, lo stabilimento balneare della Guardia di Finanza sul Lungomare di Levante, ai Ronchi. Il rogo segue quello del 20 gennaio scorso, sulle cui cause è aperta una inchiesta nell’ambito della quale già non era esclusa l’ipotesi del dolo. L’allarme è scattato ieri sera intorno alle 21 e sul posto sono immediatamente intervenute le squadre dei vigili del fuoco. Questa volta le fiamme sono state appiccate sul lato di ponente del bagno, a partire dalle cabine più vicine al mare. Sono andate distrutte altre 15-20 cabine che tra l’altro contenevano gli arredi estivi, ombrelloni e sraio.
Il pronto intervento dei vigili del fuoco ha limitato al massimo i danni, comunque consistenti anche stavolta, ma ha soprattutto evitato che le fiamme si estendessero allo stabilimento balneare vicino. L’ipotesi del dolo, in attesa del rapporto dei vigili del fuoco e dell’analisi degli inquirenti, è rafforzata da dati di fatto: le fiamme sono divampate in un luogo in cui non c’è impianto elettrico né fiamme libere o combustibili, in una giornata fredda e umida proprio di fronte al mare, in un luogo buio. Adesso resta intatta soltanto la casa di guardianaggio, in posizione centrale nel bagno ripsetto alel cabine e vicina alla strada.
Presenti sul posto per il primo sopralluogo anche tutti i vertici delle forze dell’ordine: il procuratore capo Aldo Giubilaro, il comandante della Guardia di Finanza Giuseppe Autuori con gli ufficiali Adriano Lovito e Alessandro Carrozzo, e il comandante dei Carabinieri Andrea Sagnelli con il capitano Stefano Nencioni; insieme a loro anche il prefetto Giuseppe Merendino e il vice prefetto Valerio Massimo Romeo. Per le indagini procede la Guardia di Finanza con il supporto tecnico dei carabinieri che hanno eseguito i primi rilievi fotografici.
L’incendio del 20 gennaio aveva già causato ingenti danni. Anche in quel caso l’allarme era stato dato al centralino dei vigili del fuoco intorno alle 21, da un operatore balneare. Le operazioni per domare le fiamme erano durate più di un’ora e il grande calore aveva danneggiato anche due cabine del vicino bagno Ronchi di Ponente. Un paio d’ore dopo l’incendio le forze dell’ordine avevano individuato possibili sospettati e un massese, in particolare, era stato «controllato» nel corso della stessa notte. Ma questa traccia non aveva poi avuto seguito. Ieri sera il nuovo disastro, a conferma che, probabilmente, anche per il primo incendio non si è trattato di un caso o di un incidente