Si tratta di un accordo veramente molto, forse troppo allargato, è probabilmente per questo che l’incontro definitivo previsto per oggi è saltato e rinviato a domani, forse addirittura a dopodomani. Si tratta del sodalizio di tutto il centro sinistra, partendo da Sel e partiti della sinistra storica come Rifondazione e Comunisti italiani, passando per il Pd, i Socialisti e i Repubblicani, fino ad Api e Udc. Insomma, proprio tutti, quasi oltre il bipolarismo. Un accordo che dovrebbe inoltre riguardare tutta la provincia di Massa-Carrara, seguendo l’esempio di Massa, come ha sottolineato Andrea Manciulli, al congresso regionale dell’Udc. Ma anche Carrara, nel caso in cui alle Amministrative si riconfermasse il sindaco uscente Angelo Zubbani, si avvierebbe davvero verso un partito unico al governo, data la paventata entrata in coalizione di Carrara prima di tutto, lista civica che guarda a Italia Futura e formata da ex del Pdl. E se questa alleanza su Carrara trova l’obiezione di parte della Federazione della Sinistra, anche quella che dovrebbe essere siglata a livello provinciale non convince Rifondazione Comunista:  “Una cosa sono le esperienze delle singole amministrazioni, un’altra è l’allargamento della coalizione su scala regionale”, afferma Pier Paolo Marchi che ha deciso di interpellare le segreterie toscane che oggi avrebbero dovuto sancire o meno il sodalizio ma che, evidentemente, hanno deciso di prendersi più tempo per riflettere. Di diversa opinione è invece, sorprendentemente Carlo Paolini, segretario provinciale di Sel: “Il modello è quello di un centro sinistra di più ampio respiro”, sostiene, “l’idea è proprio quella di far sì che d’ora in avanti, il centro sinistra si presenti agli elettori dei vari comuni, con lo stesso assetto”.  Insomma, ci vorrà ancora qualche ora per sapere se gli elettori della sinistra toscana dovranno tapparsi gli occhi tracciando la X sul simbolo di Sel, considerato il più rivoluzionario a livello nazionale, pur sapendo che contemporaneamente stanno eleggendo gli accoliti di Rutelli e Casini. E anche i moderati, che diranno?