Il «decreto salva-Italia» varato dal Governo Monti si abbatte anche sulle Province italiane i cui organi elettivi, attualmente in carica, entro il 30 novembre 2012 decadranno. Le Giunte saranno eliminate in toto; i nuovi Consigli saranno composti «da non più di dieci componenti eletti dagli organi elettivi dei Comuni ricadenti nel territorio della provincia». Insomma, i famosi tagli alla politica iniziano da quelle 110 province che si tentò di eliminare già qualche mese fa. Avrebbero un costo di 11 miliardi di euro l’anno e con la drastica riduzione degli amministratori si avrebbe un risparmio di circa 400 milioni all’anno. Certo, una bella somma, ma non sarà questa a ripianare l’economia italiana. Monti prevede il trasferimento di quasi tutte le funzioni e del personale a Regioni e Comuni entro il 30 aprile prossimo. Agli enti provinciali resterà solo un ruolo di coordinamento. Ancora da capire chi gestirà i 5mila edifici, le 120mila classi e i 2 milioni e mezzo di allievi delle scuole superiori o il settore viabilità e trasporti finanziato con 1 miliardo e mezzo di euro.

Va anche detto che in Italia ci sono altri 4.400 enti territoriali, fra le comunità montane e i consorzi che, in termini di spesa, pesano 7 miliardi l’anno. Un costo ben superiore a quello delle province.