E a scavare ora sono anche i magistrati, il procuratore capo facente funzioni della Spezia, Maurizio Caporuscio, e soprattutto quello di Massa, Aldo Giubilaro, che parte all’attacco e sembra inarrestabile proprio come una delle tante ruspe che stanno cercando di ripulire Aulla dal fango.

Si muove più lentamente, Caporuscio, con maggiore discrezione. Due modi diversi di agire ma che potrebbero portare al solito risultato: valutare se fra i comportamenti e soprattutto gli atti tecnici degli amministratori dei comuni dello Spezzino e della Lunigiana si possano configurare ipotesi di reato. Il procuratore capo della Repubblica di Massa, Aldo Giubilaro, non le manda certo a dire. Dopo aver sorvolato in elicottero le zone alluvionate di Aulla, assieme al pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Rossella Soffio, è stato lapidario: «Dall’alto ho visto cose che non avrei voluto vedere. Abbiamo visto ad occhio nudo, soprattutto con riferimento all’andamento del fiume Magra, l’inopportunità di costruzioni che lì non ci dovevano essere».

Ora la procura toscana nominerà un collegio di esperti che inizierà a lavorare nei luoghi dell’alluvione per analizzare le cause del disastro. Verrà stilata una superperizia che servirà alla magistratura per decidere se iscrivere qualcuno sul registro degli indagati di un fascicolo che è già stato aperto con la dicitura “Omicidio e disastro colposo” nei confronti di ignoti. Giubilaro ha specificato che l’inchiesta procederà su due piani: «Da una parte cercheremo di capire se ci siano responsabilità umane nella morte dei due abitanti di Aulla, dall’altra se nel corso degli anni si siano verificati comportamenti da parte di pubblici amministratori che abbia portato al disastro ambientale».