MULAZZO, COME ALTRI COMUNI DELLA LUNIGIANA, NON RIESCE A RAGGIUNGERE IN SEDE CONSILIARE, IL QUORUM MINIMO PER APPROVARE LO STATUTO DELL’UNIONE DEI COMUNI

Mulazzo dice no allo Statuto per l’Unione dei Comuni: a decretare il fallimento dell’iniziativa la mancanza di quella soglia minima dei 2\3 dei voti necessaria per l’approvazione, che la maggioranza di centro sinistra non è riuscita a raggiungere. E con l’abortire del progetto dell’unione dei comuni si infligge un altro colpo mortale all’idea di ricreare la Comunità Montana. L’opposizione del comune lunigianese, da sempre contraria all’idea della sua costituzione, non può che applaudire di fronte al mancato raggiungimento del quorum in sede consiliare. A dire il vero, gli esponenti dell’opposizione da sempre sono favorevoli alla creazione di un’unione dei comuni, più affine però alla conferenza dei sindaci, per natura e funzioni; ma l’idea, tempo fa presentata in consiglio, è stata bocciata, si legge in un comunicato con motivazioni “risibili”. L’idea di creare un’unione dei comuni, snella come la conferenza dei sindaci, non è mai stata vista con favore dal governo locale di centrosinistra, perché, affermano i membri dell’opposizione, si andrebbero ad intaccare poltrone assai preziose ed importanti adesso ricoperte. Del resto, proseguono i vertici dell’opposizione, la stessa regione Toscana, nella persona dell’assessore Nencini, si è fatta portavoce di un’iniziativa per riordinare proprio le autonomie locali. Sulla vicenda interviene anche il consigliere comunale Pdl di Pontremoli Jacopo Ferri che, criticando la scelta forzata di voler costituire l’Unione dei comuni, fa notare come le giunte di due roccaforti lunigianesi importanti come Podenzana e Fivizzano siano andate in crisi e come proprio in altri comuni diverse maggioranze non abbiano raggiunto il numero legale minimo dei 2\3 necessario per l’approvazione. Infatti, conclude Ferri, mentre il Paese, è impegnato in un’opera di snellimento e razionalizzazione delle strutture e dei costi, il centrosinistra lunigianese insiste nel conservare per i suoi uomini presidenze e assessorati: chiaro segno di stato confusionale e di timore di perdere il controllo della situazione.