Mario Giordano, 44 anni, giornalista e scrittore – attualmente direttore di newsmediaset e collaboratore de Il Giornale, ha pubblicato da poco un libro-denuncia sulle pensioni d’oro di alcuni italiani.

Tra tutti, spicca il nome di Giuliano Amato, ex Presidente del Consiglio, “pensionato” con appena 31 mila euro al mese.

Nel libro, racconta la storia di 495 mila persone che vivono di privilegi: dal parlamentare che va in pensione dopo un giorno di lavoro, alla pensione sociale ai mafiosi a cui sono stati confiscati i beni.

Mena fendenti da tutte le parti il buon Mario e sotto le sue forche caudine sono caduti fior fior di personaggi pubblici.

Ecco qualche insospettabile citato nel suo libro: Adriano Celentano, Sophia Loren, Raffaella Carrà, la moglie del Ministro Bossi, Oscar Luigi Scalfaro, Rocco Buttiglione, Romano Prodi, Franco Marini, ecc. 

Insomma, il solito scandalo tutto italiano, che perdura da decenni e che la nostra classe politica ci tiene ben nascosto, perché meno cose sappiamo e meglio è per loro.

Finalmente un giornalista ha avuto il coraggio di dirlo apertamente, di denunciare la cosa con nomi e cognomi.

Speriamo solo che qualcuno lo ascolti e ponga rimedio a queste storture.

Ma ci sarà veramente qualcuno in Italia che avrà il coraggio di farlo?

Dopo aver letto il libro di Giordano, sono rimasto allibito dalle personalità che vi compaiono, nonché letteralmente indignato.

Concordo con lo stesso giornalista, quando afferma che è opportuno che qualcuno ci metta la faccia per cambiare questa schifezza.

Lui lo ha fatto, scrivendo il libro e denunciando la cosa.

Nel mio piccolo, lo faccio anch’io, riportando la notizia e gridandola ai 4 venti.

Riprendi questo post e invialo a tutte le persone che conosci.

Giancarlo Fornei

 
ps
mi balena in mente ogni giorno di più di scendere in politica…

Un pensiero su “Le sanguisughe italiane che percepiscono pensioni d’oro. Intervento di Giancarlo Fornei”
  1. a Legge 28.1.94 n.84 che oggi obbliga la S.V. quale Sindaco, a designare al Ministro dei Trasporti un candidato alla Presidenza della Autorità Portuale di Catania. Poichè detta norma impone che tale designazione riguardi “ esperti di massima e comprovata qualificazione nei settori dell’economia dei trasporti e portuale, ha suscitato stupori ed interrogativi il fatto della candidatura a futuro Presidente di detto ente l’attuale Commissario dott. Cosimo Aiello, il quale già per tempo ha correttamente e pubblicamente dichiarato la propria inesperienza in materia di porti. Una inesperienza uguale a quella che caratterizzò per otto anni il decaduto Presidente della Autorità Portuale e ne viziò le scelte fino al punto di fargli concedere il pubblico edificio ex Dogane per uso privato ed improprio di centro commerciale e fargli appaltare la avvenuta devastazione dell’arenile e della foce del Torrente Acquicella quale ipotetica “darsena traghetti”, in realtà impraticabile su bassi fondali della Plaia con futuri prossimi costi di continui dragaggi ,dopo il foraggiamento europeo, che ricadranno sulla cittadinanza, il tutto per giustificare consulenze e guadagni attuali legati al progetto . Il tutto ne silenzio assenso

    Anche consulente del Teatro Bellini dott. Cosimo Aiello pare non abbia visto per anni i dipendenti che timbravano ma non entravano al lavoro. Pare non abbia visto prima e continui a non vedere oggi tali reati e continui a percepire il corposo assegno di 48 mila Euro l’anno quale consulente in aggiunta all’altro assegno almeno pari di baby pensionato regionale ( 140.000,00 annui ). Il tutto in aggiunta all’assegno annuo ben più corposo di non meno di altri 100 mila Euro quale commissario del Porto, dove già da un anno lo stesso dott. Aiello continua a non vedere i lavori abusivi che hanno devastato la Plaia in assenza del prescritto volere della cittadinanza e dove continua ad ignorare le altre gravi irregolarità contenute nel dossier in Commissione Parlamentare Antimafia dal titolo “Porto delle Nebbie”.

    Aiello è balzato agli onori della cronaca per essere andato, nel marzo del 2011, quando era capo di gabinetto dell’assessore regionale alla funzione pubblica Caterina Chinnici, in pensione alla veneranda età di 51 anni, con trent’anni di contributi, grazie alla legge 104. Non solo: dopo sei mesi dal pensionamento, l’assessorato gli diede una consulenza (a titolo gratuito).
    E ora i beneinformati dicono: potrebbe essere davvero lui il nuovo presidente! Infatti, sembra proprio che Aiello si stia comportando da Presidente, in pectore. Siamo in Sicilia, dove tutto è possibile.
    1.la Legge 23 dicembre 1994, n. 724 e la L.R. 12 novembre 1996, n. 41 vietano tassativamente di conferire incarichi a chi sia andato in pensione anticipatamente ed addirittura le stesse leggi prevedono anche le sanzioni da applicare a chi da incarichi ai soggetti così detti baby pensionati come il caso del nostro “eroe” Cosimo Aiello. E’ bene ricordare che lo stesso qualche mese prima di andare in pensione a soli 51 anni, usufruendo dalla L.104, per accudire l’anziana madre, è stato nominato dal Governatore Lombardo, Capo Gabinetto dell’Assessore Chinnici. Cosa ha comportato questa nomina per Aiello e per i siciliani. Presto detto. Da dirigente regionale Aiello aveva uno stipendio di circa 3.500 euro al mese. Da Capo gabinetto lo stipendio è stato triplicato. Andando in pensione solo pochi mesi dopo aver ricevuto l’incarico da parte di Lombardo, Aiello riceverà al mese una pensione pari all’ultima busta paga percepita (quella di capo gabinetto) ed ha ricevuto una liquidazione calcolata sulla base del contratto dei dirigenti regionali e, cioè l’ultimo stipendio moltiplicato gli anni di servizio. Direi un bel Colpaccio.
    Non merita tale disattenzione al “porto delle nebbie” come fu tristemente definito in Commissione Nazionale Antimafia il porto di Catania. Non resta quindi che a chiedere al precedente capo Gabinetto del Ministero Trasporti avv. Giacomo Aiello ( non è un caso lo stesso cognome) il perchè non si , di nomini Commissario del porto di Catania un esperto militare dei ruoli delle Capitanerie in forza al Ministero che sostituisca l’attuale Commissario dott. Cosimo Aiello e liberi così dalla incresciosa incompatibilità tale commissario . Invitiamo infine a designare al Ministro a norma della predetta L.28.1.94 n.84 , una persona che sia correttamente in possesso dei requisiti di Legge necessari per occupare la costosa e comoda poltrona della Autorità Portuale di Catania
    Dove si ritiene che un unico e oltre modo congruo stipendio o pensione siano sufficienti per la sussistenza di una famiglia.

    Ci auguriamo presto di sentire interrogazioni e prese di posizioni sul porto di Catania, dato che già la cosa era stata denunciata mesi fa a M5 ma senza risposta.

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