“La storia del sindacato italiano è scritta e non può essere cancellata dalle tue interpretazioni”, così Castelli s’indirizza a Battistini, affermando che senza dubbio negli ultimi anni le differenze su come vadano tutelati i Lavoratori si sarebbero fortemente accentuate all’interno delle rispettive Organizzazioni, Cgil, Cisl e Uil, indebolendo i rapporti di forza verso le classi Datoriali. Se Castelli afferma di ritenere che le scelte fatte ultimamente dalla Fim siano sbagliate, egli sottolinea anche che il confronto debba da parte sua restare democratico, garantendo la non prevaricazione del pensiero altrui. “Entrando però nel merito delle minacce avanzate verso La FIOM”, afferma il segretario provinciale, “posso solo esprimere forte preoccupazione per il fatto che tu auspichi una rottura dei rapporti sindacali, ed è bene ricordare che ultimamente succede spesso che la Fiom venga isolata dalle altre sigle Sindacali, seppur ad oggi sia ancora il Sindacato Metalmeccanico maggiormente rappresentativo in Provincia come in Italia”. In merito alla Vertenza NCA, Castelli sottolinea come non stia al sindacato dettare interventi Partitici o difendere Sindaci, e quanto la Fiom abbia difeso un mandato assembleare con solo cinque voti contrari, ugualmente a quello svoltosi all’indomani dell’accordo di Roma, dove la propria linea aveva perso
per tre voti. Tiene a rivendicare la moralità della propria organizzazione Castelli ed afferma rivolgendosi a Battistini: “Ritengo ulteriormente assurdo pensare che tu, come hai scritto sulla Vertenza Barsanti, pensi che le azioni sindacali siano quelle che mandano via le aziende dal territorio. Questo lo scrivono le classi Datoriali, ma per me non risponde al vero, come dovrebbe essere per te, insieme siamo stati operai alla Eaton ed insieme eravamo soliti dichiarare scioperi quando l’azienda non rispettava gli accordi o i Lavoratori”. Castelli infine affermando come solo l’unità sindacale possa rafforzare le aspettative dei Lavoratori del territorio, conclude: “Se al contrario per un tuo legittimo cambiamento culturale deciderai di Rompere questa unità, pur rammaricandomene potrò soltanto prenderne atto, ma non per questo tenderò a perdere la dignità di difendere i diritti di chi lavora e di chi fa onestamente sindacato, poiché il dialogo non si riconosce nella semplice accettazione delle volontà Padronali”.