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“Stupratele tanto poi abortiscono”; “Se non apriste le gambe tanto spesso non ci sarebbe bisogno della pillola abortiva”; “Assassine”. Ecco cosa è stato detto al convegno alle donne che avevano deciso di assistere al dibattito. Oggi parlano queste dieci signore, di età diverse, con figli, alcune facenti parte dell’associazione  “Usciamo dal silenzio” altre semplici cittadine: “Appena arrivate siamo state accolte da una canzoncina sulle donne dei compagni_ raccontano_ ; siamo state offese ripetutamente, ci hanno dato delle assassine, hanno minato la nostra integrità, il nostro essere donne”. Il gruppo aveva deciso di assistere all’evento perché già in passato si erano occupate della legge 191 e della RU486. “Non abbiamo offeso nessuno; è vero gli abbiamo dato dei Fascisti, ma loro si erano presentati come tali e ci avevano detto che eravamo state accolte nella casa dei fascisti e che dovevamo solo stare zitte”. Una pessima pagina della storia della città di Massa; un paragrafo nero in cui però i colori politici contano poco: “Ci siamo sentite umiliate, violate nel profondo; inneggiare allo stupro è una cosa gravissima; persone così sono pericolose e tra di loro c’erano purtroppo anche molte donne”. Il gruppo di partecipanti al convegno, che ribadiscono non essere strettamente legate a partiti di sinistra, si è dichiarato anche poco tutelato dalle forze dell’ordine presenti: “Siamo venute via dal teatro con loro che inneggiavano allo stupro e nessuno ha detto o fatto nulla; poi ci si chiede perché le donne subiscono abusi”. Alla conferenza partecipa anche giovane ragazzo, figlio di una di queste donne, che ci tiene  a precisare: “Non è vero che non hanno fatto entrare solo i Carc; noi eravamo un gruppo di studenti apolitici, ma ci è stato impedito di partecipare”. La richiesta di queste donne è chiara: “Ci aspettiamo una presa di posizione chiara, da destra a sinistra, su quello che ci è successo; ci aspettiamo che le donne intervengano, che la politica analizzi quanto accaduto”.