Si è discusso della modifica dello statuto di Amia ieri sera in Commissione Ambiente. Maggioranza ed opposizione si trovano d’accordo su un punto: data l’efficienza dimostrata dalla società opportuno sarebbe, anche nel momento in cui gli Ato verranno abrogati, chiedere la possibilità di lasciare i compiti di spazzamento e raccolta in mano a realtà locali. Se infatti per lo smaltimento, l’eventuale trasformazione o combustione dei rifiuti si renderebbe necessario un punto di riferimento di area più vasta, che consentirebbe anche una maggiore razionalizzazione delle spese, tutto il contrario avverrebbe in merito agli altri servizi. Questi infatti, raccolta e spazzamento appunto, dipenderebbero da esigenze del tutto particolari e variabili secondo la conformazione e la vocazione dei diversi territori. A questo scopo la Commissione pensa di portare l’argomento in Consiglio Comunale accompagnandolo da un ordine del giorno che chieda alla giunta d’interloquire con i neo eletti consiglieri regionali, affinché prendano in esame la proposta.  Il consigliere Giorgeri lancia inoltre l’idea di richiedere alla Regione la parte di accisa su gasolio e benzina al fine di reinvestirlo per la realizzazione di impianti fotovoltaici, nonché di chiedere al Ministero di cominciare a considerare le bricchette prodotte dal Cermec quali sottoprodotti, di modo che possano venir vendute come combustibili, piuttosto che venir tassate al 20%. Quando il consigliere però, parla dell’impianto Cermec come di un apparato che potrebbe dare al territorio grandi soddisfazioni, bruciando rifiuti anche da fuori provincia, offrendo così la possibilità di ottenere grossi introiti, i mormorii non si fanno attendere. E ancor più quando si lascia scappare l’infelice affermazione, subito ritrattata: “Il guadagno sarebbe tale da poterci far rinunciare addirittura alla raccolta differenziata”.  “Sarebbe un messaggio questo, oltremodo rischioso”, afferma in merito il presidente Marchini, “dato il dibattito aperto intorno all’argomento e molta della bibliografia scientifica esistente, che afferma come un buon 30% delle sostanze sprigionate nell’aria dagli inceneritori siano tossiche”.

E ancora in merito alla questione rifiuti, il consigliere del Pdl Laquidara indirizza al sindaco Zubbani e all’Assessore Dell’Amico una critica circa l’ecotassa, riservata a chi non ha raggiunto un’adeguata percentuale di raccolta differenziata, che il Comune di Carrara sarà anche quest’anno costretto a pagare. Se in Italia inoltre, sarebbe in vigore un decreto del 2003, che stabilisce che gli enti pubblici e le società a prevalente capitale pubblico coprano almeno il 30% del fabbisogno annuale di manufatti con prodotti provenienti da materiale riciclato, Laquidara chiede, e in proposito esige risposta scritta, se il Comune e le sue aziende partecipate siano o meno in regola con la normativa. “Pur prendendo atto dell’encomiabile impegno di AMIA”, conclude Laquidara, “chiedo inoltre se si pensa di poter arrivare quanto prima ed entro quale data, ad una percentuale di raccolta differenziata tale da evitare che anche in futuro gli utenti siano salassati dal costo della tassa rifiuti”.