Prima gli assessori, poi una valanga di enti, dalla giunta agli organismi minori: Enrico Rossi dovrà assegnare centinaia di incarichi e fare i conti con le richieste dei diversi partiti della coalizione. Posti ambiti e di consolazione. Enrico Rossi è rientrato a Firenze dopo la vacanza-lampo post elezioni e in Regione è scattato il totonomine: un gioco che non coinvolge solo la composizione della giunta e l’organigramma del nuovo consiglio regionale, ma anche l’enorme numero di «nominati» in enti e organismi vari. Una babele di nomine che dipende soprattutto dal presidente della giunta, ma sulle quali il lavorio dei partiti sarà imponente, soprattutto per calmare la numerosa platea di scontenti che Enrico Rossi inevitabilmente genererà con le proprie scelte. Tutto parte, ovviamente, dagli equilibri della nuova giunta. Ci si chiede, ad esempio, come potrà riuscire Rossi a non scontentare il Pd fiorentino, senza trasformare l’esecutivo regionale in una specie di giunta del Comune di Firenze, visto che molte delle candidature forti degli altri partiti arrivano dal capoluogo. Anche l’equilibrio tra i partiti non è semplice da comporre, con l’Idv che chiede due assessori, i socialisti, la Federazione della sinistra e Sel uno ciascuno. C’è poi la ricca torta delle commissioni consiliari e il girone di consolazione, in qualche caso dotato di un ricco stipendio. Devono essere nominati i direttori dell’Agenzia recupero risorse, dell’Arsia, dell’Artea e dell’Arpat, i presidenti della Fondazione Sistema Toscana, dell’Irpet il cui ex presidente è della provincia di Massa Carrara. Nelle mani di Enrico Rossi ci sono decine e decine di nomine più o meno appetibili, dai membri dei comitati gestione dei Parchi, l’amministratore unico di Terme di Montecatini immobiliare spa, quindici membri del consiglio regionale di pari opportunità, il Cda di Logistica Toscana spa, i cinque membri dell’Artigiancassa e non è finita, ci sono da fare molte altre nomine, tra le quali quella del rappresentante nella Tenuta di San Rossore, i sedici membri della Consulta della biodiversità, i 28 del Comitato consumatori-utenti, i 3 componenti del Forum dei Giovani toscani all’estero. Adesso si capisce perchè tutti vogliono aver regione.