Diverse costruzioni nel territorio massese potrebbero essere state costruite senza i relativi permessi, stiamo parlando in particolare di quelle che rientrano all’interno del sito di interesse nazionale che prevede un particolare iter, l’ok del ministero ed, se risulta idoneo, l’avvio di eventuali opere. Questo non sarebbe avvenuto per l’impianto di Telefonia Mobile in Via del Cacciatore a Partaccia e per l’Ospedale Unico di Viale Mattei. Illegittimi sarebbero anche i 700 permessi rilasciati dall’amministrazione, i palazzi Direzionali Olidor e La Gardenia. E su questo è pronto l’esposto del consigliere Stefano Benedetti alla procura di Massa Carrara, alla guardia di Finanza e al ministero dell’ambiente perché si accertino la regolarità delle procedure e la legittimità dei provvedimenti autorizzativi rilasciati dal comune di Massa, in assenza di un foglio fondamentale come quello della restituzione agli usi legittimi di esclusiva competenza del Ministero dell’Ambiente. Arrivando a provvedimenti anche penali per i responsabili comunali, se necessario. In una nota dell’Arpat allegata all’esposto si legge che il ministero non ha prodotto una formale restituzione del sito agli usi legittimi dopo l’avvio, da parte del comune, della caratterizzazione delle aree residenziali tra il fiume Frigido e il fosso Lavello e tra via Massa Avenza e il Mare. In parole povere, il Ministero dell’Ambiente, unica Autorità competente, non ha deperimetrato la zona – da sottoporre a particolari indagini dei terreni ed eventuale bonifica – che continua ad essere sottoposta al vincolo ambientale SIN. Ma al ministero non risulterebbe né il progetto di bonifica delle acque di falda né alcuna relazione su interventi di messa in sicurezza d’emergenza. Il comuni di fatto non potrebbe rilasciare alcun “permesso a costruire”, come sarebbe invece avvenuto, dice il consigliere della destra per gli italiani, per gli apparati di telefonia mobile e per lo stesso ospedale unico il cui permesso sarebbe stato rilasciato solo sulla base del Piano di Caratterizzazione. Ma sull’ospedale si apre ancora un altro punto perché non è consentito “effettuare lavori di costruzione che interferiscano con le matrici ambientali potenzialmente contaminate”.