“Mi riservo di verificare se esistono gli estremi per aderire alle vie legali nei riguardi del consigliere Stefano Benedetti che mente, sapendo di mentire”. Dopo giorni di accuse, denunce e mail, esce allo scoperto Michele Vianelli, il segretario comunale dell’assessore al personale a cui è stata inviata la nota di Mussolini del ‘41 su modalità ed orari di lavoro. Il segretario ha deciso di replicare a quanto detto in questi giorni e spiegare la sua versione dei fatti che poco coincide con quella del consigliere. Le show di Benedetti, come lo definisce Vianelli, è avvenuto al secondo piano del comune dove il segretario dice di essere stato aggredito verbalmente, insultato e provocato di fronte a testimoni. Tutto sarebbe nato in seguito alla convocazione di un incontro sulla sanità delle commissioni Sanità e sociale indicata dal segretario con data ed ora. L’incontro si sarebbe svolto regolarmente alle 10 del 25 febbraio ed avrebbe partecipato lo stesso Benedetti che sostiene il contrario. Poi l’invio, sul computer del luogo di lavoro di Vianelli, della mail del Duce; visti i gravi contenuti e il ruolo istituzionale rivestito dal consigliere ho ritenuto girarla all’amministrazione e ai componenti Rsu, riferisce il segretario. Nessuna coda di paglia, nessun colpo basso “le accuse mosse da Benedetti non mi toccano minimamente, difendo la mia dignità di lavoratore”. La questione con tutta probabilità troverà una sua fine in tribunale, vista anche la denuncia effettuata da Pier Paolo Marchi e quella annunciata dalla Cgil. Proprio al sindacato sono dirette altre accuse del consigliere Benedetti; da loro e dalla politica locale si aspettava l’apertura di un’indagine interna per appurare se i dipendenti comunali stanno effettivamente sul luogo di lavoro, invece i sindacati difendono i dipendenti a prescindere e pensano a fargli ottenere ammortizzatori sociali e strumenti di sussistenza. Ma delle denunce non se ne preoccupa più di tanto e dice che in aula ci andrà serenamente. “Ho 6-7 cause in corso, tutte negli ultimi due mesi, e questa è quella che mi preoccupa meno”.