Niente più litigi manifesti ma senza dubbio grande imbarazzo tra le fila della maggioranza che prepotentemente si spacca, con una frattura all’interno dello stesso Pd con i soli voti favorevoli di Ragoni e Iardella. Il documento è annacquato certo: non si insiste più sullo spessore della sua figura politica, bensì si propongono iniziative di studio sul periodo storico che ha visto Craxi protagonista. L’ordine del giorno è, con buona pace del consigliere del Pdl Laquidara, presentato dal capogruppo del Psi Buselli ma il risultato certo non soddisfa, se non … l’opposizione, favorevole all’unanimità, di fronte a sole altre 9 approvazioni dalla maggioranza ed altrettante astensioni, in più due voti contrari da parte di Marchini per Rifondazione Comunista e Marchetti per i Comunisti Italiani. Menconi invece, seppur aderente a Rifondazione prova a mediare e propone la bozza di un altro documento che incentri ancor più la discussione sul periodo storico, tra luci ed ombre, su cui riflettere magari, con una sospensione della seduta. Ma Buselli è fermo nel dichiarare che, da parte sua, non vi è nessuna intenzione di rimettere mano al documento e così, anche Menconi si astiene, ma evita di votare contro. Punti saldi di contrarietà riguardano una lettura opposta della situazione economica di quegli anni: se Buselli parla di rigogliosa ripresa, Marchini definisce i numeri relativi al debito pubblico accumulato, stratosferici. Felici dal Pd, pur non votando contro ma astenendosi, calca la mano: con Craxi al governo il debito pubblico volò dal 60 al 120 per cento del Pil passando da 234 a 522 miliardi di euro e non solo, una qualsivoglia revisione di quegli anni sarebbe per il consigliere oltremodo pericolosa. Le sentenze contro Craxi per alcuni sono ritenute politiche, così com’è cronaca la lettura attuale della maggioranza di Governo in merito alla riforma della giustizia ed i processi verso il premier Berlusconi, compresa l’approvazione al senato della nuova forma abbreviata. E allora, una riabilitazione di Bettino Craxi, poiché voluta in primis dal Pdl rischierebbe, secondo Felici, poi appoggiato dal capogruppo Martini, di legittimare la guerra portata avanti dal Governo verso la magistratura. Ma proprio a questo fa riferimento il Presidente Ragoni che afferma quanto ricordare Craxi significhi ricordare i diritti individuali ed ammettere che ciò che successe 10 anni fa fu uno dei momenti bui della nostra storia. Il sindaco Zubbani infine interviene, sottolineando la sua astensione del tutto istituzionale, al dibattito delle ultime settimane. Dichiara di non voler cambiare atteggiamento proprio alla fine il primo cittadino, ma tiene ad esprimere la propria lettura riguardo al dibattito sulla giustizia: i processi nei confronti di Craxi allora sarebbero stati estremamente brevi, senza per questo salvarsi dall’essere politici. Dall’opposizione qualcuno apprezza e sorride, quasi che la dichiarazione del sindaco potesse prestarsi a duplice interpretazione.