“Ha fatto piacere vedere tanti volti che la pensano come noi, speriamo non sia un “fuoco di paglia”, ma che tutti insieme si riesca a dare continuità a questo lavoro appena iniziato”, è ciò che si legge oggi su Facebook e a dirlo è uno degli aderenti al gruppo, non più solo virtuale, “Salviamo i marmi di Carrara”. Le forze politiche infatti, si sono impegnate da subito, e proprio oggi se ne è discusso alla Conferenza dei Capigruppo, a lavorare per trovare una soluzione “fattibile”, di concerto con tutti coloro che ritengono giusto che il marmo delle Apuane venga lavorato nel comprensorio apuoversiliese.
E se ieri gli oltre 200 piccoli imprenditori del lapideo a rischio chiusura, hanno denunciato il monopolio della Sam e chiesto di porre un vincolo sul regolamento degli agri marmiferi, i consiglieri Marchetti e Traversi, hanno immediatamente risposto all’appello. Si è quindi proposto un tavolo congiunto tra la Commissione Marmo guidata da Marchetti e quella delle attività produttive di Traversi, alla quale saranno invitati alcuni delegati del gruppo e i concessionari delle cave. “È questo un tema a cui la politica deve dare risposte”, afferma Marchetti per i Comunisti Italiani, “per quanto riguarda il punto di vista tecnico interpelleremo i nostri legali per sapere se sia possibile inserire nel regolamento nuove norme. Al di là di questo però serve la buona volontà di tutti, in primis della politica che dovrà assumersi le proprie responsabilità: allora sì che sarà possibile trovare una soluzione a tutto”. Meno ottimista seppur interessato alla problematica Traversi per Carrara Vive: “Purtroppo il nostro raggio d’azione è limitato”, afferma, “cercheremo di fare il possibile ma le leggi esistono e vanno rispettate. Auspico comunque che si trovi il modo di lavorare sinergici e arginare una situazione che si fa sempre più drammatica”. Si parla infatti di imprese che dai 15 dipendenti del 2000 sono passati ai 2 attuali, non riuscendo malgrado ciò ad arrestare la propria discesa, in un settore che, si afferma, è sempre più penalizzato dalla cavalcata cinese. “Non ci stancheremo di invitare ancora maggiore partecipazione tra gli amici e gli amici degli amici”, si assicura dal gruppo, “in quanto il problema, non riguarda solo coloro che lavorano direttamente nel settore lapideo, ma una cerchia ben più ampia di persone che fanno parte dell’indotto: trasportatori, imballatori, meccanici, elettricisti e tutti i cittadini che potrebbero avere una città migliore con i soldi del marmo”.