Era stato condannato a tre anni di reclusione per reati di droga. Seguito sulla corriera dai carabinieri che si sono spacciati per controllori dell’azienda tramviaria comunale

I carabinieri si sono finti controllori dell’Atc per incastrare e arrestare un pusher latitante. Sono saliti sul bus, gli hanno chiesto il biglietto e poi, dato che non lo aveva, lo hanno convinto a scendere dal mezzo e lo hanno portato via. Ma non negli uffici dell’azienda tramviaria, come pensava lui, ma in caserma e da lì in carcere.


Sul capo di Joussef Saidi, un tunisino di 35 anni, pendeva una condanna a tre anni di reclusione, per reati di droga, passata in giudicato. L’ordine di carcerazione della Procura della repubblica spezzina era datato fine settembre dell’anno scorso ma proprio a partire da quei giorni Joussef era come scomparso nel nulla. Contava di passare inosservato nella grande comunità nordafricana della nostra città. Anche perchè, non avendo una dimora fissa, nessuno poteva sapere con esattezza le sue mosse.

I carabinieri del nucleo investigativo, però, non sono tipi che demordono facilmente anche perchè sapevano che Joussef il suo vecchio vizietto – quello di fornire droga ai clienti – non lo aveva abbandonato del tutto. Così si sono messi a battere le zone dello spaccio, sperando che prima o poi si sarebbe fatto vivo.

L’altro pomeriggio, dopo giorni di paziente attesa, il tunisino è comparso in una zona del centro. I militari, in borghese, si sono messi alle sue calcagna pensando che Joussef avvicinasse qualcuno. Invece niente. Ed anzi ad un certo punto è andato alla fermata a ha preso un autobus. Dovevano arrestarlo per forza, vista la condanna passata in giudicato, ma come fare per non insospettirlo e magari mettere in pericolo l’incolumità dei passeggeri?

I carabinieri lo hanno deciso sul momento: sono saliti sulla corriera spacciandosi per controllori dell’Atc. Per non destare sospetti hanno chiesto il biglietto a tutti i passeggeri poi quando sono arrivati davanti al nordafricano gliel’hanno chiesto anche a lui. Non lo aveva. «Mi spuiace, dobbiamo farti la multa, devi scendere che dobbiamo farti il verbale», gli hanno detto. Lui è sceso, tanto sapeva benissimo che quella multa non l’avrebbe mai pagata. Invece la troppa sicurezza lo ha fregato. Appena si è trovato sul marciapiede sono scattate le manette. I carabinieri gli hanno ricordato quel debito con la giustizia e lo hanno accompagnato a villa Andreino.

da Il Secolo XIX