Una giovane madre ha svuotato il reparto ittico di un supermercato, poi ha portato le anguille in un lago della val di Magra per la gioia dei suoi bambini. Ha sborsato senza battere ciglio decine di euro pur di fare questo regalo speciale ai suoi figli

Ha “salvato” un intero stock di anguille dalla pentola dopo averle comperate a caro prezzo e poi le ha liberate in un laghetto della val di Magra, per la felicità dei suoi figli.


Protagonista dell’insolito beau geste, una giovane mamma che la mattina di san Silvestro si è presentata in un supermercato del centro città per fare una spesa molto, molto particolare. Mentre i clienti del market si stavano affannando nei vari reparti, alla ricerca di cibi e ingredienti per il cenone di capodanno, la donna – accompagnata dai figli piccoli – si è diretta con fare deciso verso la pescheria del supermercato. Non ha degnato di una sola occhiata il pescato, orate e branzini, e nemmeno cozze, molluschi e crostacei ma ha puntato la vasca dove erano contenute decine di anguille vive che di li a poco avrebbero dovuto finire in pentola. Il capitone – ovvero l’aguilla femmina – infatti, è uno dei piatti più ricercati durante le feste natalizia. Non manca mai sulle tavole italiane, anche perchè la leggenda dice che porti abbondanza e quindi fortuna.

La donna ha chiesto il prezzo dell’intera partita. Una cifra non modica e comunque non alla portata di tutte le tasche. Poi, dopo non aver battuto ciglio neppure per un attimo, ha tirato fuori dal portafoglio alcuni biglietti da 20 euro ed ha comprato tutti gli esemplari rimasti.

Alle sorpresissime commesse della pescheria ha detto che non stava preparando un cenone luculliano di fine anno e che tutti quei capitoni non sarebbero mai finiti in padella, cucinati in umido o fritti come vogliono i migliori ricettari di cucina, ma che avrebbero riguadagnato la libertà. Era una promessa che aveva fatto ai figli e che intendeva rispettarla.

Così la donna ha preso l’intero stock di anguille l’ha caricato sulla sua vettura e li ha portati via. Non si sa di preciso dove abbia liberato gli animali, ma è molto probabile che siano andati ad alimentare le acque di qualche laghetto della val di Vara.

Per i bongustai sono rimasti a disposizione solo due capitoni che erano ancora in magazzino. Probabilmente l’insolita cliente non sapeva della loro presenza, altrimenti avrebbe comprato anche quelli.

da Il Secolo XIX