In ottobre la spesa settimanale per l’alimentazione di un uomo adulto e’ stata di 44,58 euro.
Questo dato risulta dall’indicatore “carocibo”, elaborato in collaborazione tra la Facolta’ di Agraria dell’Universita’ di Bologna, Last Minute Market, spin-off accademico dell’Universita’ di Bologna, ed Econometrica, societa’ di studi economici e comunicazione. “Carocibo” ha preso in considerazione una dieta tipo settimanale che assicura circa 2300 calorie al giorno, quantitativo compatibile con le esigenze di un uomo adulto. Rispetto ad ottobre 2008 l’incremento della spesa e’ stato dello 0,54%. Apparentemente non si tratta di una crescita rilevante, ma occorre sottolineare che negli ultimi dodici mesi l’indice Istat dei prezzi al consumo per l’intera collettivita’ e’ aumentato soltanto dello 0,30%. La crescita dei prezzi degli alimenti e’ quindi superiore, sia pure in lieve misura, all’incremento del livello generale dei prezzi al consumo. Inoltre, anche se il differenziale e’ contenuto, l’effetto non e’ da poco, in quanto nello stesso periodo i prezzi alla produzione hanno subito cali consistenti. Dunque, ancora una volta si assiste ad un allargamento della forbice fra i livelli di listino alla produzione e al consumo. Emblematico, secondo ‘Carocibo’, e’ il caso del riso che ha subito un crollo delle quotazioni alla produzione del 30% mentre il prezzo al pubblico e’ aumentato del 7,46%. Inoltre, se si prendono in considerazione gli alimenti che compongono la dieta tipo settimanale elaborata da ‘carocibo’, emerge che sulle venti tipologie stimate soltanto cinque hanno fatto registrare cali di prezzo negli ultimi dodici mesi, altre cinque hanno avuto incrementi inferiori a quello del livello generale dei prezzi, mentre ben dieci hanno avuto incrementi superiori. Secondo Andrea Segre’, preside della Facolta’ di Agraria dell’Universita’ di Bologna, le elaborazioni di ‘carocibo’ mettono in evidenza i punti di debolezza della filiera italiana che, rispetto ad altri sistemi agroalimentari europei, si contraddistingue per un’elevata polverizzazione delle imprese produttive e di trasformazione.
Tali caratteristiche incidono come fattori di spinta sul meccanismo di formazione del prezzo finale, poiche’ fanno aumentare i costi legati al lavoro e al capitale. Infine, un’analisi completa sui costi dell’alimentazione, non puo’ limitarsi, secondo Segre’, a considerare soltanto le variazioni percentuali dei prezzi, normalmente registrate dagli indici tradizionali, perche’ si avrebbe una visione parziale dei fenomeni legati ai modelli di produzione e consumo. Da questo punto di vista carocibo si differenzia da altri indicatori perche’ stima oltre alle variazioni percentuali anche l’entita’ della spesa. A tale proposito, osserva Segre’, va sottolineato che una spesa settimanale di 44,58 euro per l’alimentazione di un uomo adulto in Italia va analizzata considerando che nel mondo centinaia di milioni di persone vivono con 1 euro al giorno. Si pone quindi ancora una volta l’esigenza di una ridistribuzione piu’ equa delle risorse, ma anche dell’eliminazione degli sprechi dato che gettiamo il 50 per cento del cibo prodotto